Il segreto? L'efficienza
Particolare attenzione è stata rivolta alla progettazione preliminare dei cantieri di scavo di linea, con un’attenta analisi della composizione dei terreni da attraversare e della configurazione logistica del cantiere.
La programmazione è, infatti, uno dei fattori chiave che ci ha consentito di lavorare con grande produttività lungo i 33 km di linea. Una programmazione che può contare su importanti investimenti in software per la gestione del cantiere. Inoltre abbiamo rilevato costantemente l’avanzamento del cantiere e il rispetto delle prescrizioni di progetto con Stazioni robotiche che ci hanno consentito di controllare l’avanzamento scavo con tolleranze centimetriche.
Terreno diverso, scavo differente
La composizione del terreno influenza la geometria dello scavo
A seconda delle condizioni logistiche di cantiere lo scavo vero e proprio della trincea di posa del tubo del metanodotto è stato realizzato con due sezioni di posa differenti: la prima tradizionale con pareti in pendenza, la seconda con sezione obbligata, che richiede strutture provvisionali di protezione dello scavo (blindoscavo, palancolati o altre opere particolari).
Quest’ultima è una tecnica che si utilizza in situazioni in cui ci sia poco spazio per la realizzazione dello scavo dovuto a interferenze (edifici, infrastrutture), che può anche essere utilizzata per realizzare le buche di mandata e ripresa delle TOC e delle trivellazioni, impiegate per sottopassare le interferenze trasversali (corsi d’acqua, strade, ferrovie).
Per gli scavi tradizionali, invece, abbiamo posto particolare attenzione in fase di analisi preliminare del terreno attraversato: terreni ghiaiosi o misti, infatti, hanno richiesto pendenze di scavo delle scarpate laterali meno accentuate, mentre per terreni argillosi o addirittura limosi, queste pendenze sono state ridotte sensibilmente (con la conseguenza di allargare l’area interessata dallo scavo), per prevenire fenomeni di cedimento o smottamento all’interno dello scavo stesso.
Quando erano presenti sovraccarichi in prossimità del bordo scavo e nel caso si lavorasse in presenza di eventuali acque di falda (falda che è stata gestita, nel caso la quota sia superiore al fondo scavo, con appositi interventi di aggottamento, realizzati a seconda delle composizione del terreno, con pompe autoadescanti, con linee dedicate di wellpoint o con pozzi appositi) sono stati definiti appositi dimensionamenti della geometria delle scarpate.
Una volta raggiunta la quota di fondo scavo prevista, il terreno è stato livellato uniformemente e sono state rimosse rocce o manufatti (fino a 20 cm sotto l’imposta di posa stessa) in modo da scongiurare ogni danneggiamento al rivestimento della condotta del metanodotto in fase di posa.
Anche la fase dello scavo di linea viene seguita con attenzione dagli archeologi, con rilievi puntuali e rendicontazione accurata di ogni elemento rilevato, con la realizzazione di fotopiani successivi (georeferenziati), in modo da avere perfetta evidenza del susseguirsi stratigrafico del cantiere archeologico.
Scavo completo in terreno argilloso
Rilievi archeologici durante lo scavo di linea
Escavatore equipaggiato con vibroinfissore
Esperti di palancolate
Lungi il tracciato di costruzione del metanodotto Campodarsego-Resana-Castelfranco Veneto sono stati numerosi i cantieri in cui abbiamo dovuto realizzare palancolate in acciaio, costruite tramite la tecnica di vibroinfissione.
Le abbiamo utilizzate per la realizzazione delle buche di spinta e ricezione delle TOC, ma anche in caso di attraversamenti a cielo aperto in cui fosse necessario ridurre al minimo la dimensione dello scavo (blindoscavi) e, infine, per il sostegno provvisorio di scarpate lato scavo.
In [Cazzaro] utilizziamo nella maggior parte dei casi palancole con profilo a U che garantiscono proprietà statiche molto buone e consentono, per applicazioni temporanee, una notevole possibilità di riutilizzare le palancole per impieghi successivi, potendo fissare fissare i tiranti e i collegamenti imbullonati in modo estremamente semplice.