Poco tempo per far bene
Snam Rete Gas ci ha assegnato l’appalto per la realizzazione del nuovo metanodotto che si estenderà fra Campodarsego e Castelfranco Veneto, per uno sviluppo complessivo di linea che supera i 33 km.
Obiettivo: restituire il territorio intatto alla chiusura dei cantieri
Tutti i cantieri che compongono la linea sono strutturati per garantire la massima sicurezza operativa e un totale rispetto ambientale, con un rigoroso processo di controllo che non lascia nulla al caso, massimizzando contemporaneamente efficienza produttiva e qualità dei manufatti, dagli impianti di linea fino alle saldature delle tubazioni.
Come procede il cantiere
Lo stato d'avanzamento è aggiornato al 08 marzo 2022
Il tracciato in breve
Il tracciato è suddiviso in due tratti principali
Il tracciato del metanodotto che SNAM ci ha appaltato (il progetto è di Comis), si sviluppa da Campodarsego, nel nord della provincia di Padova, fino al Comune di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso.
Lo sviluppo delle nuove linee da posare si estende per oltre 33 chilometri e si articola, in due tratti principali, il primo da Campodarsego a Resana (lotto 1), il secondo che da Resana raggiunge appunto Castelfranco Veneto.
Il lotto 1 prevede la realizzazione della derivazione Campodarsego Resana, caratterizzata da una tubazione DN300 con pressione di esercizio a 24 bar, per una lunghezza complessiva di linea di 17,7 chilometri. Questo tracciato attraversa per lo più zone agricole, ma interseca alcune infrastrutture principali tra le quali la Strada Regionale 308 (in più punti), il fiume Tergola alla km 1+400, il Canale Muson Vecchio , il Torrente Muson dei Sassi e la Strada Regionale 307. Tutti questi attraversamenti sono stati risolti con la tecnica di trivella spingitubo; abbiamo utilizzato la stess tecnologia anche per il sottoattraversamento del parcheggio asfaltato del Cimitero del Comune di Loreggia.
Di questo lotto fa anche parte un piccolo intervento di variante sulla tratta Cremona-Mestre (DN400 a 24 bar).
Il secondo lotto si articola su tre derivazioni principali, la prima verso Resana di circa 3,3 chilometri di lunghezza (DN300 a 75 bar), la seconda che si sviluppa verso Castelfranco Veneto (DN200 a 75 bar, per 2,35 chilometri complessivi), la terza che raggiunge Piombino Dese, caratterizzata da un DN200 a 75 bar per un’estensione di linea di 3,73 chilometri. Anche in questo caso abbiamo dovuto risolvere interferenze con infrastrutture stradali (le Strade Regionali 245, 307 e nuovamente la 308, il fiume Marzenego) e con aste irrigue, realizzate quando possibile con tecnica TOC per ridurne l’impatto ambientale sull’intorno.
A questi tratti principali si aggiungono più di 20 allacciamenti a utenze pubbliche e private (industriali) di diametri e lunghezze variabili (per un totale complessivo di tubazione di 6,64 chilometri.
L’appalto ha anche previsto la rimozione o inertizzazione delle vecchie condotte (le nuove quando possibile vi corrono parallele), per un totale di 25,44 chilometri.
Lunghi tratti del metanodotto corrono in zone densamente abitate
La parola al capo cantiere
Intervista a Michele di Dio, capocantiere del metanodotto Campodarsego - Castelfranco Veneto
Gli impianti sul tracciato
Sono numerosi gli impianti che abbiamo realizzato, comprese le opere civili
Limitiamo al massimo le emissioni
Lungo tutti i 33 chilometri del metanodotto tra Campodarsego e Castelfranco Veneto (e non solo nelle aree urbane) abbiamo strutturato la nostra attività per ridurre al massimo le emissioni (sonore, in atmosfera e vibrazionali).
Ovviamente abbiamo lavorato in ottemperanza al DM 278 del 26.09.2019 e a tutte le Normative degli Enti competenti, ma abbiamo anche cercato di ridurre ulteriormente il nostro impatto, investendo in una flotta di macchine operatrici di ultima generazione (Stage V) caratterizzate da bassissimi valori di gas inquinanti emessi in atmosfera.
Le nuove motorizzazioni, inoltre, ci hanno consentito di calmierare l’impatto sonoro delle nostre lavorazioni, soprattutto nelle aree abitate attraversate dal metanodotto.
Per ridurre la polverorsità dei nostri cantieri, tutte le piste di servizio vengono periodicamente umidificate e abbiamo provveduto alla pulizia periodica di un ampio tratto (500 m) delle strade pubbliche limitrofe agli accessi ai cantieri.
Un’attenta pianificazione logistica ci ha poi consentito di limitare il numero di trasporti da e per i nostri cantieri, con conseguente minore impatto sulla viabilità ordinaria e sulle emissioni in atmosfera.
Procedure per la tutela dell'ambiente
Su indicazione e in accordo con la Committenza e con la direzione lavori, sono state messe in atto scrupolose procedure già in fase di delimitazione delle aree di cantiere, sia fisse che mobili, che prevedevano la tutela dell’erpetofauna.
Anche nei casi in cui tale misure non fossero realizzabili, in ogni caso i nostri interventi sono stati messi a punto per ridurre il disturbo nei confronti delle specie di interesse conservazionistico, con particolare attenzione dei periodi riproduttivi.
Anche nei confronti delle essenze vegetali (arbustive e arboree), ci limitiamo all’eventuale taglio, esclusivamente nel periodo ottobre-marzo, cercando di ridurre gli interventi ai soli elementi interferenti con le opere da realizzare e agli elementi alloctoni presenti.
Quando, lungo il tracciato sia necessario intervenire per limitare la portata di fiumi o canali o di svuotare invasi, in ogni caso abbiamo eseguito campagne di recupero della fauna ittica e delle eventuali specie dulciacquicole di interesse comunitario o conservazionistico da rilasciare nei tratti limitrofi del corpo idrico interessato dai lavori.
Nulla, quando si tratta di rispetto dall’ambiente e della flora e fauna locali, viene lasciato al caso.