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Demolizione e economia circolare

Demolizione e economia circolare

La filiera della demolizione è una importante opportunità per il riuso delle materie prime secondarie

Gli interventi di demolizione di strutture e tasselli urbani ormai dismessi a cui funzione sia superata dal mutare delle esigenze industriali (in caso di stabilimenti) o delle persone che abitano gli edifici, sono un’importante opportunità per evolvere i nostri centri urbani, adeguandoli al nuovo modo di vivere la città.

I principi dell’economia circolare e l’attuale orientamento all’azzeramento di nuovo consumo di suolo per realizzare manufatti edilizi, rende le aree demolite la perfetta soluzione per realizzare nuovi edifici, riducendo al minimo l’impatto ambientale, anzi migliorando l’impronta di carbonio; le nuove strutture, grazie alle evoluzioni tecnologiche in fatto di impianti e di isolamento, consentono di abbattere drasticamente i costi energetici per il riscaldamento invernale o il raffreddamento estivo.

La frantumazione dei risultati della demolizione primaria consente una prima selezione del materiale

La demolizione e ricostruzione, infatti, è una delle pratiche che più si inserisce nei principi dell’economia circolare: modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.

In questo modo si estende il ciclo di vita dei manufatti edili, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Quando un edificio ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo, generando ulteriore valore. 

I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo. 

I principi dell’economia circolare sono alla base anche dell’azione virtuosa di riuso dei materiali da demolizione

Ma i vantaggi di una corretta demolizione non si fermano qui: se le demolizioni sono inquadrate all’interno di una filiera virtuosa del recupero del materiale demolito, è anche possibile ridurre il consumo di inerti vergini da cava da utilizzare nelle nuove costruzioni che prenderanno il posto delle strutture abbattute.

Già oggi le materie prime secondarie frutto delle demolizioni possono essere utilizzate per realizzare nuovi sottofondi, riempimenti o terrazzamenti e, in un prossimo futuro la tendenza è quella di impiegarli sempre di più come inerti per la realizzazione di calcestruzzi, anche strutturali che, dalle sperimentazioni in atto in più parti del nostro Paese, hanno prestazioni identiche a quelli realizzati con inerti vergini da cava.

La nostra cava di dove lavoriamo i rifiuti da demolizione in tutta sicurezza e nel rispetto dell’ambiente

Tutto perfetto? Quasi, dato che occorre, per massimizzare la qualità delle materie prime secondarie, che il processo di demolizione sia eseguito correttamente, avendo in ogni fase dell’intervento, l’accortezza di separare i vari tipi di materiali.

Necessario quindi, prima di procedere alla demolizione vera e propria, eseguire un accurato intervento di Strip-out, per rimuovere tutte le componenti non strutturali dell’edificio (telai di porte e finestre, isolamenti, cartongessi), ponendo particolare cura all’individuazione di potenziali inquinanti pericolosi come l’amianto o, nel caso di stabilimenti industriali, eventuali residui di lavorazione.

Si può procedere quindi con la demolizione vera e propria delle strutture che deve essere eseguita con macchinari idonei per ridurre al minimo i rischi in cantiere, evitando l’emissione di polveri e riducendo il rumore prodotto nelle lavorazioni.

Dopo aver eseguito la demolizione primaria, è consigliabile realizzare in cantiere la riduzione volumetrica del demolito e una prima selezione dei vari materiali (ferro per armature ad esempio) in modo così da ridurre il numero di trasporti dal cantiere al sito di stoccaggio e, di conseguenza, le emissioni in atmosfera connesse al trasporto.

La lavorazione sul posto con vagli e frantoi certificati consente il riuso in loco del materiale demolito

Altro elemento fondamentale: tutte le operazioni devono essere tracciate, per poter ricostruire la storia di ogni lotto di inerti da riutilizzare per nuove lavorazioni; in questo modo si avrà sempre la sicurezza di poter risalire l’intera filiera di lavorazione in caso di anomalie di prodotto.

Proprio per questo le aree di lavorazione dei rifiuti da demolizione devono essere dotate di impianti certificati e aggiornati, in modo da garantire la tracciabilità di ogni lotto e contemporaneamente di poter assicurare una grande omogeneità delle classi di inerti ottenuti sia dal punto di vista fisico sia da quello dei controlli che garantiscano il rispetto di tutte le più stringenti norme di legge in fatto di presenza di inquinanti indesiderati.

Trasformare una vecchia fabbrica in un nuovo condominio, in un parco o in un nuovo asse stradale è possibile e lo sarà ancora di più in futuro; a patto però di non smettere mai di innovare, di lavorare in qualità e nel rispetto delle norme di tutela ambientale e di sicurezza sul lavoro.

Stiamo passando da un’economia lineare a una circolare, un’occasione unica per proteggere l’ambiente in cui viviamo e che vogliamo restituire ai nostri figli. Non perdiamola!